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Analisi Save the Children

Quando il papà fa il “mammo”: balzo dei congedi di paternità

Un papà riposa con il suo bimbo appena nato tra le braccia
Sempre più neo papà chiedono di assentarsi dal lavoro per accudire i figli appena nati: in dieci anni, in Italia, la richiesta di congedi di paternità ha fatto un balzo in avanti del +38%.

A scattare la fotografia di questo trend in crescita è l’analisi che l’organizzazione internazionale Save the Children ha pubblicato in occasione della Festa del papà 2023, celebrata il 19 marzo 2023.

Fotografia in cifre

Secondo la ricerca, nel 2013 il tasso di utilizzo dei congedi di paternità non raggiungeva nemmeno il 20% (19,23%). Tuttavia, nel 2018 tale soglia è salita al 48,53% fino a toccare quota 57,60% nel 2021. Sempre nel 2021, i padri che hanno chiesto il congedo di paternità di 10 giorni sono stati 155.845, su un totale di 400 mila nascite.

Sebbene il lavoro di cura dei figli rimanga in Italia un appannaggio prevalentemente femminile, i padri hanno iniziato a riappropriarsi del loro ruolo in famiglia e non vogliono più rinunciare al tempo speso con i figli a causa degli impegni lavorativi”, spiegano da Save the Children, secondo cui “qualcosa finalmente si muove nell’universo della paternità”.

Boom nelle grandi aziende

Tuttavia, ci sono ancora disuguaglianze significative anche nell’utilizzo del congedo di paternità: a beneficiare maggiormente della facoltà di astensione dal lavoro sono i neo papà che lavorano in imprese più grandi, con contratti a tempo indeterminato e a tempo pieno.

Non mancano anche le differenze geografiche: “A parità di caratteristiche individuali e sociali, c’è poi una differenza di circa 17 punti percentuali a favore di chi risiede al Nord del Paese rispetto a chi vive al Sud”, rileva ancora l’organizzazione internazionale in difesa dei bambini. Restano ancora esclusi, inoltre, i lavoratori autonomi e parasubordinati.

Indennità più ricca

Alla sua introduzione, nel 2012 il congedo di paternità prevedeva un solo giorno obbligatorio e due facoltativi, mentre oggi garantisce 10 giorni obbligatori e uno facoltativo ed è fruibile tra i due mesi precedenti e i 5 successivi al parto.

La manovra di Bilancio 2023 ha introdotto anche un aumento dal 30% all’80% dell’indennità per congedo parentale, nel limite massimo di un mese, se beneficiata entro i sei anni di vita del bambino. La maggiorazione vale sia per il padre, sia per la madre.