Sempre meno pediatri. E i pochi che ci sono, sono super impegnati. Tanto che arrivano ad avere anche picchi di mille bambini ciascuno da assistere e curare. Un numero che va oltre la soglia massimale di 800 fissata dalla normativa ministeriale. Per le famiglie è una grossa difficoltà. A lanciare l’allarme è la Fondazione Gimbe di Bologna, dal 1996 impegnata nel monitorare lo stato di salute della sanità pubblica lungo la Penisola.
Lombardia: 44 in meno
La mancanza di pediatri colpisce l’Italia da Nord a Sud. Secondo la fotografia scattata dal rapporto dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, mancano all’appello 386 pediatri: nel 2019 quelli in servizio erano 7.408, nel 2021 erano scesi a 7.022. Un calo pari al 5,5% in tre anni.
L’emorragia non risparmia la Lombardia. Nella nostra regione mancano all’appello 44 pediatri: dai 1.165 del 2019 si è passati ai 1.121 del 2021, una riduzione del 3,7%.
Il quadro però sarebbe ancor più fosco. La Fondazione Gimbe, infatti, stima che in Italia ci sarebbe una carenza di 840 pediatri, con ognuno che deve seguire almeno in media 100 bambini in più oltre il tetto prestabilito.
L’emorragia non risparmia la Lombardia. Nella nostra regione mancano all’appello 44 pediatri: dai 1.165 del 2019 si è passati ai 1.121 del 2021, una riduzione del 3,7%.
Il quadro però sarebbe ancor più fosco. La Fondazione Gimbe, infatti, stima che in Italia ci sarebbe una carenza di 840 pediatri, con ognuno che deve seguire almeno in media 100 bambini in più oltre il tetto prestabilito.
Cause del problema
“L’allarme sulla carenza dei pediatri di libera scelta - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - oggi è lanciato dai genitori in tutte le Regioni, da Nord a Sud che lamentano questioni burocratiche, mancanza di risposte da parte delle Asl, pediatri con numeri esorbitanti di assistiti, sino all'impossibilità di esercitare il diritto d'iscrivere i propri figli al pediatra di famiglia con potenziali rischi per la salute, in particolare dei più piccoli e dei più fragili”.
Norme da riscrivere
Per comprendere meglio le cause e le dimensioni del fenomeno, la Fondazione Gimbe ha analizzato le criticità delle norme che regolano l’inserimento dei pediatri di libera scelta nel servizio sanitario nazionale e stimato l’entità della carenza nelle diverse Regioni italiane.
"È bene precisare - sottolinea Cartabellotta - tre aspetti fondamentali: le regole sulle fasce di età di assistenza esclusiva dei minori, quelle per definire il massimale degli assistiti e quelle per identificare le aree carenti di pediatri sono frutto di compromessi con i medici di medicina generale, oltre che delle politiche sindacali degli stessi pediatri. In secondo luogo, su carenze e fabbisogno è possibile solo fare stime a livello regionale, perché la reale necessità di pediatri viene stimata dalle singole Aziende sanitarie locali”.
"È bene precisare - sottolinea Cartabellotta - tre aspetti fondamentali: le regole sulle fasce di età di assistenza esclusiva dei minori, quelle per definire il massimale degli assistiti e quelle per identificare le aree carenti di pediatri sono frutto di compromessi con i medici di medicina generale, oltre che delle politiche sindacali degli stessi pediatri. In secondo luogo, su carenze e fabbisogno è possibile solo fare stime a livello regionale, perché la reale necessità di pediatri viene stimata dalle singole Aziende sanitarie locali”.
Da 0 a 6 anni
Sino al compimento del sesto anno di età i bambini devono essere assistiti per legge da un pediatra di libera scelta, mentre tra i 6 e 14 anni i genitori possono scegliere tra pediatra di libera scelta e il medico di medicina generale. Al compimento dei 14 anni la revoca del medico è automatica, tranne per pazienti con documentate patologie croniche o disabilità per i quali può essere richiesta una proroga fino al compimento del 16esimo anno.
Fabbisogno sottostimato
Secondo quanto previsto dal Ministero della Salute, il numero massimo di assistiti di un pediatra è fissato a 800, ma esistono varie deroghe nazionali, regionali e locali che portano spesso a superare i mille iscritti. "È del tutto evidente - osserva Cartabellotta - che il metodo di calcolo sottostima il fabbisogno: paradossalmente, facendo riferimento alle regole vigenti, i pediatri sarebbero addirittura in esubero perché il loro fabbisogno viene stimato solo per i piccoli sino al compimento dei 6 anni”.