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Psicomotricità infantile: l’arte di star bene (divertendosi)

Bimbo sviluppa la psicomotricità giocando
Psicomotricità infantile: qual è l’età migliore per iniziare? Si comincia già da piccolissimi, dagli 8 mesi in avanti, consigliano gli esperti. Perché la psicomotricità è fondamentale per la maturazione psicologica del bambino attraverso il movimento, il gioco, la creatività e l'interazione con l’altro. Serve ai bambini per acquisire un corretto sviluppo emotivo e cognitivo. Come? Divertendosi.

Con l’obiettivo di unire sia mente e corpo, quanto corpo e mente, nella missione educativa dei nostri nidi famiglia, la psicomotricità è un pilastro. E vogliamo continuare su questa strada, anche se per farlo al meglio abbiamo bisogno del tuo aiuto. Si tratta di un piccolo gesto, per un grande risultato.

Dal 12 settembre e fino al 20 novembre, anche i nidi famiglia Arcobaleno e Arcobaleno blu di Dolzago aderiscono all’iniziativa “Amici di Scuola”, promossa dalla catena di supermercati Esselunga: per ogni 25 euro di spesa si riceverà un buono alla cassa. È questa un’occasione che ci piacerebbe sfruttare per ampliare ulteriormente la nostra già ottima e ampia dotazione.

Puntiamo, anzitutto, a un set psicomotorio multisensoriale per stimolare il senso tattile dei piedi, l’equilibrio e la muscolatura di gambe e caviglie dei bambini. E poi ai “cinque blocchi” psicomotori: un set composto da blocchi geometrici per stimolare lo sviluppo corporeo e far comprendere ai bambini il rapporto tra forme e volumi. Infine, miriamo al “tappeto a mattonelle” su cui svolgere esercizi psicomotori “in libertà”.

Ma quali sono i benefici che i bambini ricavano dalla psicomotricità? In una parola: lo star bene. I bambini infatti imparano a conoscere e controllare il proprio corpo e governarlo nello spazio e nelle relazioni con gli altri. E questo è un aspetto cruciale per una crescita sana: per esempio, per lo sviluppo dell’equilibrio, della coordinazione e anche dell’autostima. La psicomotricità rinforza i processi di socializzazione e creatività, così come aiuta il bambino a esprimere la propria emotività individuando nel corpo e nel movimento uno strumento di mediazione con l’ambiente che lo circonda.

Spiega Renata Nacinovich, professoressa di neuropsichiatria infantile all’Università di Milano-Bicocca: «La parola psicomotricità tiene insieme il concetto di movimento con uno scopo e con una progettualità. Mentre una volta si pensava al movimento come a un fatto semplice e meccanico, ora sappiamo che la motricità ha elementi complessi e contribuisce allo sviluppo sano dell’emotività e della cognitività della persona».